APPUNTI DISORDINATI A STELLE E STRISCE DI UNA DONNA TRICOLORE NEL SUO VIAGGIO DI UNA VITA







sabato 2 aprile 2011

La solidarietà della valigia di cartone

Sono ormai sei mesi che vivo in America e nonostante le reticenze iniziali devo dire che il salto oltreoceano non si è rivelato poi così drammatico come da previsioni iniziali, certo l'essere lontano dalla famiglia e dagli amici non agevola l'umore, il non poter parlare correttamente una lingua non facilità la socializzazione, l'essere incinta non è una mano santa per la mobilità e il non avere un lavoro e un visto non è di certo un incentivo ad avere le giornate impegnate come ero solita avere prima di arrivare qui, ma la vita di qui poco si discosta dallo standard che mi ero imposta in patria.
Qui c'è Mr. Energy e siamo ancora nella fase rodaggio di coppia, stiamo costruendo il nostro nido e al momento ci bastiamo e ci completiamo, lui non è un mondanone nè un loquacione quindi non sente l'esigenza di uscire e mischiarsi alla folla e fare nuove conoscienze (anche perchè per lui nessuno è veramente interessante..), io sono incinta e straniera il che non è una scusante certo, ma se unita alla mia innata pigrizia, fa sì che neanche io mi sia impegnata molto per cercare nuove amiche e nuovi stimoli sociali.
Mio padre non si capacita come, pur vivendo a 40 min da NYC, io mi possa annoiare, ma mio padre non sa che qui l'inverno it's a real pain in the ass, che sembra di vivere in Finlandia (anche se onor del vero non piove quasi mai..si passa direttamente allo stato solido di neve) e che NYC è di certo una città meravigliosa, accattivante e rutilante ma che d'inverno camminare sotto la neve, battuti dal vento e trascinarsi per negozi non è proprio il desiderio di chi si deve portare appresso un nuovo peso e deve prendersene cura e poi siamo sempre lì, andar per negozi da sola?? Boring!!!
Speravo di conoscere altre mamme al corso pre-parto ma così non è stato quindi la speranza ora è riposta nei giardinetti, dove, tra passeggini e vagiti, magari mi sarà più facile attaccare bottone.
L'America è piena di italiani (di quelli veri, che hanno la residenza ancora in Italia e che sono qui per un periodo più o meno limitato) ma si sa che gli italiani tendono per natura elitaria a fare gruppo a sè, non si capisce come mai ma ci cerchiamo, ci troviamo, ci frequentiamo solo tra di noi e al massimo estendiamo blandi inviti a chi ci è più vicino per lingua e umore (vedi spagnoli e sudamericani). A me piacerebbe avere amiche americane o emigrate come me, con esperienze di vita diverse, voci diverse, culture diverse perchè non mi servono nuove amiche italiane, io ho già i miei tesori che mi porto dietro da anni, che nonostante la distanza sono collegati via mail, skype o msn e che sentono ancora la mia mancanza..
Ogni tanto però la nostalgia di casa si fa sentire feroce e allora ecco che ti vengono incontro le amiche emigrate, che come te hanno lasciato mammà e pummarola e sono venute qui a condividere per amore o per lavoro questo vasto pezzo di cielo..
Ieri ho condiviso con la mia amica Emanuela (che vive con marito e figlio in TX) un pezzo di cultura italiana che mi ha fatto sentire al caldo e perfettamente a mio agio, su http://www.raitv.com/ si possono vedere gli episodi del Commisario Montalbano in streaming e quindi tra un'ammazzatina e una rottura di cabasisi mi sono sentita a casa, e ogni tanto ce vò!!!

2 commenti:

  1. Ciao caterina!stai tranquilla che sicuramente ben presto farai amicizia con qualche americana :)
    cmq prima scrivevi:"L'America è piena di italiani (di quelli veri, che hanno la residenza ancora in Italia e che sono qui per un periodo più o meno limitato) ma si sa che gli italiani tendono per natura elitaria a fare gruppo a sè, non si capisce come mai ma ci cerchiamo, ci troviamo, ci frequentiamo solo tra di noi e al massimo estendiamo blandi inviti a chi ci è più vicino per lingua e umore (vedi spagnoli e sudamericani)."Nel mio caso nn è così!Ogni volta ke andiamo in america,tutte le volte che incrociamo italiani,mio marito parla solo in inglese per evitare di essere "riconosciuti",perciò ci ritroviamo a socializzare solo ed esclusivamente con persone del posto..la cosa simpatica è che io nn so parlare l'inglese!ma voglio assolutamente impararlo al + presto,perchè io sono una persona che parla tantissimo e ogni volta mi sento castrata a nn poter parlare...
    Come ti capisco!!
    Ma qnd metti una bella foto del pancione?
    Baci Federica
    p.s riesco solo ad inserire il commento in forma anonima..io ho un account yahoo come faccio?

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  2. Ciao Federica, che bello sentirti..io ne capisco poco e nulla di blog ma ho trovato qto che forse potrebbe esserti utile..http://leideedellavale.blogspot.com/2011/03/follower-o-lettori-fissi-cosa-sono-cosa.html
    Tu e tuo marito siete ormai una razza in via d'estinzione, qui gli italiani che vengono per turismo o per lavoro sono orgogliosi della loro italianità e non fanno nulla per mascherarlo..anche perchè purtroppo è scritto nel nostro dna modaiolo..per dirti un esempio ero da sola a San Francisco e camminavo per la strada con l'ipod nelle orecchie vestita in modo del tutto normale per una giornata di agosto quando esce un tizio da un ristornate e mi urla ciao italia, io sorpresa gli ho chiesto come facesse a sapere che fossi italiana e lui..da come sei vestita!!!Io l'inglese lo parlo ma di certo non fluente e veloce come la mia lingua (meno male che ad aiutarmi ci sono i gesti e la mimica facciale)e forse è anche per questo che sono un pò reticente a buttarmi nel mondo sociale di qui..sabato faccio delle foto alla pancia e le posto promesso!! A presto mille baci cate

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